Il giorno 23 settembre 2013 uscirà in stampa il testo “Critica del silenzio, metodi di educazione gestuale nei deficit complessi della comunicazione”, scritto dalla sottoscritta insieme alla collega Roberta Capellino, edito da Aracne.
Il testo verrà presentato nel corso del convegno organizzato dal C.N.R. di Roma presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, che si terrà il 30 settembre, dal titolo “La LIS nelle disabilità comunicative”.
Non posso nascondere una certa soddisfazione nel dialogare di questo argomento a livello istituzionale, perché noi assistenti alla comunicazione siamo, alla fine, degli educatori e,  in quanto tali, godiamo di una scarsa autostima.
L’argomento dell’utilizzo della lingua dei segni anche in situazioni lontane dalla sordità non è certo qualcosa di nuovo in assoluto, tuttavia è una metodologia che in Italia fa fatica ad affermarsi, per motivi di carattere  economico e culturale.
Ed è proprio avendo ben presente questo limite che abbiamo cominciato a scrivere questo testo, poiché avvertivamo l’esigenza di allargare la nostra esperienza anche ad altri: quando, infatti, abbiamo avuto la necessità di documentarci sull’argomento non abbiamo trovato molto, ma soprattutto non abbiamo trovato nulla che fosse diretto agli educatori o alle famiglie. Perché gli educatori non scrivono testi? Eppure molti hanno la preparazione per farlo, ma la bibliografia in merito è alquanto scarsa.
Ci siamo decise a farlo, non senza difficoltà, ed abbiamo deciso di renderlo accessibile a tutti: è infatti importante che ad essere sensibilizzati sull’argomento siano in molti, a partire dalle famiglie che si trovano, spesso, di fronte a scelte di percorsi difficili da prendere.
Per questo il testo ha un’impronta molto discorsiva e può essere letto da chiunque, anche da chi voglia farsi un’idea di un modo mai esplorato, quello delle difficoltà di comunicazione.
Quando abbiamo iniziato questo lavoro non eravamo ancora al corrente che la Dot.ssa Volterra  del C.N.R. di Roma ci avrebbe offerto l’opportunità di presentare le nostre argomentazioni  all’interno di un  convegno; ma l’emozione non è quella di presentare un testo scritto da noi, piuttosto quella di vedere un argomento per il quale ci battiamo da tempo portato ad un livello di discussione così importante.
Provate a pensare, educatori, a cosa significherebbe se anche alle disabilità comunicative, congenite o acquisite che siano, venisse ufficialmente riconosciuto il diritto all’assistenza alla comunicazione. Si tratterebbe di una piccola rivoluzione culturale, ma noi al momento ci accontentiamo di pensare che si stia facendo un piccolo ma importante passo.
I casi che abbiamo descritto nel libro non hanno la finalità di commuovere, anche se sono vicende umane di famiglie e bambini in forte difficoltà: hanno la finalità di far riflettere su quanto sia importante non fermarsi di fronte ai vincoli clinici e istituzionali, cercando di non escludere a priori nessun percorso.
La LIS è uno di questi percorsi, per noi il più importante, ma è compatibile con tanti altri, e noi non ne abbiamo escluso nessuno.
Per questo speriamo che più persone possibili leggano il testo ed assistano al convegno, perché il pensiero comune, in Italia ancora un po’ arretrato e diffidente, possa mettersi pian piano alla pari con quello dei paesi più avanzati nell’accettazione di disabilità e diversità.

Loredana Scursatone