Intervista a Liliana Tanco autrice del libro “Una mamma normale”
Ciao Liliana, raccontaci di te e del tuo libro…
Mi chiamo Liliana Tanco. Sono nata sorda profonda e ho sempre amato scrivere sin da piccola, “Una mamma normale” è il mio primo libro pubblicato.
La mia passione per la scrittura è sbocciata partendo dai piccoli racconti, dalle fiabe tratte dai miei sogni durante il sonno ai racconti più complessi tirati su quando mi andava di riprodurre dei flash che mi passavano per la testa.
Inoltre, essendo nata sorda profonda, credo che fosse stato anche il bisogno di evadere dal mondo del silenzio a spingermi, a esprimermi attraverso la fantasia e a trascrivere tutto ciò che “sentivo” sul foglio. Poi una volta grande ormai la scrittura è entrata nelle mie vene: solo quando scrivo, mi sento in pace con me stessa.
“Una mamma normale” è uno dei romanzi che ho scritto e concluso. Ho inviato alle case editrice solo questo romanzo, perché convinta da mia cugina che l’ha letto e l’ha reputato divertente e leggero. Secondo lei, magari questo libro poteva sollevare il morale alle altre mamme, come me, facendole anche ridere.
Nel romanzo “Una mamma normale” volevo appunto condividere la visione che ho avuto durante la gravidanza con le lettrici.
“Una mamma normale” parla dei sentimenti altalenati delle mamme del ventunesimo secolo, compresa me. E’ un romanzo schietto, diretto con uno stile semplice in un linguaggio popolare, volto a tutte le mamme o alle future mamme perché possa arrivare ai loro cuori la similitudine e la solidarietà con la protagonista. Racconta senza filtri o falsi buonismi le paure e le rinunce che un figlio necessariamente comporta.
La società, i media e in particolare i web social bombardano le donne in gravidanza di regole e comportamenti assolutamente da seguire per crescere al meglio i propri figli. Anche la competizione che si crea tra chi è in dolce attesa è un’arma affilata e a doppio taglio. Io ho voluto invertire le cose negative in qualcosa di divertente, qualcosa che ci fa crescere come persona, come donna, a prescindere dall’essere mamma.
Una mamma normale è la cronistoria della prima gravidanza di Carlotta.
I capitoli iniziali tracciano gli ultimi mesi di gravidanza: timori, prove da superare e anche gioie. In seguito si parla dell’inaspettato scivolo nella depressione post-partum, una nemica che impedisce alla protagonista di godere appieno della sua condizione di madre e di emozionarsi per quella nuova gioia entrata nella sua vita. Ma a ogni male c’è sempre la rinascita: noi donne riusciamo a tirare fuori, prima o poi, i propri potenziali.
La trama che leggerete sul retro del libro è la seguente:
Carlotta Mancini racconta le fasi della sua gravidanza tra alti e bassi e sbalzi umorali, in totale ironia, allegria e allo stesso tempo autocommiserazione. Ha sempre sognato di diventare mamma ma non avviene da come se l’era aspettato. Cosa può capitare quando l’inconscio dentro di te comincia a giocare a dadi con i tuoi sentimenti e le tue emozioni mentre diventi gonfia, gonfia, sempre più gonfia? Cosa può capitarti in balìa degli ormoni impazziti quando cominci ad assomigliare a una papera di plastica o a una mucca da allevamento?
Chi è Carlotta?
Carlotta è una mamma del ventunesimo secolo, come tutte noi, abituata a crescere nell’ambiente dove tutto va veloce, dove ogni difetto va corretto, dove la donna deve essere emancipata a tutti i costi. E’ quella che pensa alla carriera, ma allo stesso tempo vuole diventare una madre. Una donna dall’aspetto curato a pochi passi dall’apice della carriera, apparentemente forte. E’ sposata e ama suo marito: un puzzle perfetto da completare con un bebè.
Una donna piena di orgoglio, che però all’improvviso in preda agli ormoni di gravidanza vede emergere il suo lato deprimente e oscuro, diventa gelosa dell’altro sesso, perché può far come vuole senza condizioni, si preoccupa se il seno le stia cascando, se la ciccia non vada via dopo il parto, teme il mobbing al lavoro. Sono tutte le preoccupazioni che non avevano le mamme dei secoli precedenti, a cui bastava inserirsi nel ruolo di mamma e moglie casalinga perfetta.
La giovane donna dopo il parto non riconosce più il proprio corpo, tra il prepotente aumento di peso, le smagliature, i capelli arruffati: e lei che s’era sempre immaginata di essere quel tipo di donna incinta bellissima, snella, capace di andare al lavoro con naturalezza anche dopo il parto.
Una donna che sembra forte e bellissima esteriormente, ma basta una gravidanza con i problemi inerenti perché crollasse completamente: la sua grinta, la sua sicurezza tutte evaporate. Insomma, la vita quasi perfetta qual era viene sostituita da una vita dove lei si ritrova incapace di gestire gli imprevisti e i sentimenti che possono cambiare senza che lei lo volesse.
Ma si può convivere con le imperfezioni ed essere comunque una brava mamma. Perché le imperfezioni non sono errori, sono la normalità.
Ecco perché il titolo UNA MAMMA NORMALE.
Questa crisi di metamorfosi le ha comunque aperto la porta sul nuovo mondo di se stessa, sulla scoperta di un proprio equilibro emotivo, come mamma e come moglie. Come un adolescente in transito per cercare se stesso per capire quale strada da prendere per il futuro.
Cosa consigli ai genitori con figli sordi che vogliono avvicinarli alla lettura?
In molti mi chiedono come faccio ad avere la voglia di scrivere essendo nata sorda profonda.
A prescindere da tutto, i sordi possono fare tutto tranne che sentire.
Non so dire come mi è venuta esattamente questa passione. Mi piaceva scrivere. Sentivo il fuoco ardere quando mi mettevo a scrivere sul foglio. La fantasia era sempre in mia compagnia. Fedele e amorevole. Io la ascoltavo. Non iniziai però a scrivere bene a causa della mancanza di udito: scrivevo dei testi pieni di errori. Nonostante gli errori, continuavo a scrivere, anche grazie ai miei genitori che erano fieri di me. Adoravano le mie storie e, insieme alle maestre di allora, mi sollecitavano a continuare. Mia madre era il genitore più severo: fu lei ad avvicinarmi alla lettura e a migliorare in italiano. Mi regalava inizialmente dei giornalini Topolino sapendo che i sordi hanno bisogno dapprima usare il collegamento delle immagini con le parole e infine dei libri. Inoltre mi obbligò a scrivere tutti i verbi in tutti i tempi ogni estate per ovviare al mio solito problema di confondere i verbi.
Io credo che alla lettura i sordi possano avvicinarsi con amore, ma progressivamente a partire dall’età tenera: per esempio se partono da giornalini con tanto di immagine come Topolino da grande arriveranno ai libri più difficili. Se un sordo che non ha mai letto in vita sua e inizia a leggere un libro in età adolescenziale, difficilmente prosegue. Perché i sordi come me usano dapprima gli occhi, poi premono la testa e infine formano l’immagine in corrispondenza alla parola appresa e creano la propria fantasia. La lettura così diventa man mano più piacevole, più leggera.
Mia madre aveva già capito tutto… che posso dire? È un eroe.
Tanco Liliana
Il libro “Una mamma normale” può essere acquistato anche scrivendo via messaggio privato alla mia seconda pagina fb dedicata al libro:
https://www.facebook.com/LilianaTanco/