“Fa discutere l’opinione espressa su queste pagine da Paolo De Luca, che aveva giudicato come un segno di «regresso culturale» l’assunzione di una persona sorda madrelingua di LIS (Lingua Italiana dei Segni), per insegnare quest’ultima all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una posizione aspramente contestata da Giovanna Palma e Marco Luè. Con un filo comune, tuttavia, vale a dire la volontà che tutte le persone sorde possano essere protagoniste della loro vita”.
«Ognuno deve fare la sua scelta, liberamente», scrive Giovanna Palma; «chiedo che i sordi adulti siano protagonisti della loro vita», aggiunge Marco Luè. È questo lo spirito che accomuna le due opinioni cui ben volentieri diamo spazio oggi, le quali, per tutto il resto, sono di segno ben diverso da quella di Paolo De Luca, da noi pubblicata nei giorni scorsi, con il titolo No ai ritorni al passato, che aveva preso spunto dalla notizia dell’assunzione di una persona sorda madrelingua di LIS (Lingua Italiana dei Segni), per insegnare la propria lingua all’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Ma come sempre – nel nostro sito – se ben motivate ed espresse con passione, tutte le opinioni più varie trovano e troveranno spazio, certi, come siamo, che solo da un civile e costruttivo confronto – anche aspro – possa crescere la cultura sociale, “superando” certi steccati. Specie quando, come scrivevamo all’inizio, lo spirito e l’obiettivo comune è che le persone sorde (e tutte quelle con disabilità) possano essere protagoniste della loro vita.
«No ai ritorni del passato» [titolo dell’opinione di Paolo De Luca, da noi pubblicata nei giorni scorsi, N.d.R.]: è una frase che condivido appieno! No ai tempi in cui i sordi comunicavano con i gesti dietro alle “porte”, per non farsi picchiare. Sì al rispetto e alla libertà di espressione in qualunque forma essa sia.
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