Un assaggio del bellissimo racconto tratto da Deux mains pour le dire, di Jean & Zad Didier
“Caro Jonathan,

Sai che sono arrivati dei nuovi vicini al secondo piano, nel tuo vecchio appartamento? Hanno una figlia che non è normale. Non parla e fa dei versi agitando le mani. Puoi immaginare! Ha cercato di farmi paura, ma non è certo una matta che può
impressionarmi! E’ veramente un peccato che tu abbia dovuto traslocare!
Questa sera mi butto. Per preparare il mio colpo, ho fregato a mia sorella la lavagnetta e un gessetto.Scendo velocemente e incrocio “per caso” la ragazza del secondo piano. Le rivolgo un educato “buongiorno” al quale lei risponde gentilmente e le faccio vedere la lavagnetta sulla quale ho scritto “Mi chiamo Manuel”. E tu? Lei prende la lavagnetta e il gessetto per scrivere a grandi lettere bianche: “Lisa”. Poi gira la lavagnetta per scrivere sull’altro lato:”I miei amici non udenti mi chiamano: Colei che sorride”. Lisa m’insegna il suo segno nella lingua dei segni: l’indice e il pollice vengono puntati sul mento e risalgono poi a forma di V fino agli angoli della labbra. Accompagna questo gesto con un bel sorriso. Io, a mia volta, cerco maldestramente di fare  il segno del suo nome e lei scoppia a ridere. E’ bella quando ride.”